Erano giorni che cercavo di programmare un giretto per il ponte del 1° maggio. In programma era un tour di tre giorni all’Isola d’Elba. Guardo e riguardo il meteo. Da quelle parti mette brutto nei giorni del 30 aprile e il 1° maggio. Mentre cerco un’alternativa, mi arriva un sms dall’amico Clem.
“Che fai il ponte del 1° maggio?”
“Hai qualche idea?”
“No, pensaci tu.”
Grande Clem se non ci fossi bisognerebbe inventarti.
Il giorno dopo riguardo il meteo. Confermano il brutto tempo sulla parte tirrenica dell’Italia. Guardo la parte adriatica e vedo che fino al pomeriggio del primo maggio farà bello e nella peggiore ipotesi si prenderà un po’ di pioggia nel rientro.
Chiamo Clem.
“Che ne dici del Conero?”
“Bella idea le Marche mi tentano.”
Detto e fatto, si parte per il “Mototour del Conero”.
Noi partiamo da casa il sabato 29 aprile verso le sette e trenta di mattina.
Siccome Clem può partire dal Piemonte solo nella tarda mattinata, noi decidiamo di fare strada normale evitando così la noiosa autostrada.
Da Udine andiamo a Portogruaro per la SP95 meglio conosciuta come “La Ferrata”.
Continuiamo per la SS14 Triestina fino a poco prima di San Donà di Piave, dove abbandoniamo la statale e puntiamo in direzione Jesolo. Arrivati a Caposile, continuiamo in direzione Portegrandi, dove ci reimmettiamo sulla SS14.
Questa piccola deviazione ci ha permesso di evitare il centro di San Donà guadagnando un po’ di tempo senza allungarla.
Continuiamo per Mestre, dove proseguiamo per la Romea.
Fatto una trentina di km, dopo il lungo rettilineo che costeggia la laguna veneta, abbandoniamo la Romea e svoltiamo in direzione Adria.
Poco prima della cittadina, ci fermiamo a fare colazione.
Usciti dal bar, vediamo che si è alzato un fastidioso vento e quello che più ci preoccupa che davanti a noi si stanno formando minacciosi nuvoloni neri.
Metto la mia Nikon nel bauletto e ripartiamo.
Passata Adria, puntiamo per Ariano Polesine e Codigoro.
Niente da fare, il temporale si sta avvicinando. Decidiamo di non fare la “mia stradina delle valli” e ributtarci sulla Romea a Comacchio nella speranza di farla franca.
Arrivati a Comacchio, continuiamo in direzione Ravenna.
Dopo una decina di km davanti a noi diventa tutto nero. Do gas e mentre cadono i primi goccioloni, parcheggiamo la moto fuori al ristorante “Antica Romea”. Ci facciamo un buon caffè, aspettiamo che Giove Pluvio scarichi tutta la sua rabbia.
Dopo una ventina di minuti, ripartiamo viaggiando a passo di lumaca lasciando così che il temporale si sposti verso il mare.
Passata Ravenna, imbocchiamo la E45 e vai di gas fino a Cesena.
Fatta, il temporale lo abbiamo evitato.
Da Cesena andiamo a Santarcangelo di Romagna per la SS9 Via Emilia.
Continuiamo per la SP14 fino a Ponte Verucchio. Svoltiamo a sinistra sulla Statale Marecchiese e dopo aver percorso circa cinque km, svoltiamo a sinistra sulla SP22 in direzione San Leo.
Dieci km e ci appare San Leo con la sua imponente rocca.
Il brutto tempo se ne andato al mare, le strade si sono asciugate, che vuoi di più, così ci godiamo le curve e controcurve del Montefeltro fino a Sant’Angelo in Vado.
In programma era una sosta alla Pizzeria Pitt Stop dell’amico Evis.
Cacchio chiuso. Evis questa mela paghi a ottobre.
Giriamo la moto e riprendiamo il viaggio verso le Marche.
Da Sant’Angelo in Vado andiamo a Urbania. Superata la cittadina famosa per la Festa delle Befane, prendiamo in direzione di Acqualagna.
Continuiamo fino a Cagli, dove imbocchiamo la SP42.
Passiamo Frontone, Serra Sant’Abbondio e dopo una ventina di km svoltiamo a destra e scendiamo per la SP16 fino a Sassoferrato.
Svoltiamo a sinistra prima sulla SP360 poi sulla SP15. Passato Osteria di Colleponi e Genga ci fermiamo alle Grotte di Frasassi.
Se ci è andata buca con la pizza a Sant’Angelo, qui memore di esperienze passate, sicuramente metteremo qualcosa di buono sotto i denti.
Naaaaa, siamo fuori stagione e tutti i locali sono chiusi.
Cacchio, un caffè e via il viaggio continua.
Dopo pochi km siamo a Genga Stazione, dove imbocchiamo la SS76 della Val d’Esimo e percorsi 45 km di superstrada, arriviamo a Falconara Marittima.
Un’altra quarantina di km sulla SS16 Adriatica e dopo un totale di 523 km arriviamo all’Hotel “Mira Conero” di Porto Recanati.
Clem e Patrizia erano appena arrivati. Dopo aver preso possesso delle camere, decidiamo di fare un salto al 23° Motoraduno Nazionale “Città di Recanati”.
Passiamo sotto la Basilica di Loreto e percorsi poco più di una decina di km siamo in Piazza Leopardi a Recanati.
Salutiamo gli amici, …
… facciamo le iscrizioni e anziché fare il giro turistico con loro, facciamo quattro passi per Recanati non prima di aver fatto un’abbondante (visto che sia noi che Clem e Patrizia avevamo saltato il pranzo) aperitivo.
Verso le venti tutti alla sede del Moto Club Uncini dove ci è stata offerta la cena a base di pasta, porchetta e fave.
Tanta allegria in buona compagnia fino quasi a mezzanotte.
Riprendiamo le moto e ci rimettiamo in strada per fare quella “decina di km” che ci separano dall’albergo.
Subito dopo essere usciti da Recanati, mi accorgo che abbiamo preso la strada sbagliata.
Piccolo briefing e Clem mi dice di continuare giù per quella strada tanto prima o poi troviamo il mare.
Certo che abbiamo trovato il mare ma dopo 37 km anziché 10 come previsto.
Be così abbiamo visto Porto Recanati e il suo lungomare di notte.
Andiamo a dormire. Ornella mi minaccia di mandarmi in “piccionaia” se russavo.
Mi è andata bene mi ha tenuto con lei.
La domenica mattina ci alziamo facciamo una buona colazione e decidiamo di andare a visitare Loreto in attesa della “benedizione delle moto” nel sagrato della Basilica.
Loreto si sviluppa intorno alla celebre Basilica che ospita la Santa Casa di Nazareth dove secondo la tradizione nacque la Vergine Maria e ricevette l’annuncio della nascita di Gesù.
Quando alla fine del 1200 i musulmani cacciarono definitivamente i cristiani da Gerusalemme e stavano per conquistare Nazareth, gli angeli presero la casa di Maria e, dopo alcune fermate, la portarono in volo a Loreto.
Per questo motivo la Madonna di Loreto è la protettrice degli aviatori.
Da ricerche iniziate dopo pochi anni da questo avvenimento, mettono alla luce, senza ombra di dubbio, la provenienza della casa dalla Palestina, sia per lo stile architettonico che per i materiali con cui essa è costruita. Materiali sconosciuti nelle Marche e invece molto usati in Terrasanta. Inoltre le dimensioni della casa coincidono esattamente con quelle del “vuoto” rimasto a Nazareth.
Una recente teoria, sopportata dal ritrovamento di alcuni documenti posteriori al 1294, afferma che il trasferimento fu opera dei principi Angeli Comneno, un ramo della famiglia imperiale di Costantinopoli, che smontarono e trasportarono la casa via mare.
Visitiamo Loreto che ad ogni angolo ci riserva una vista bellissima della cittadina carica di storia e dei suoi dintorni.
Verso le 11.30 portiamo le moto dentro il sagrato della Basilica e dopo l’arrivo del corteo proveniente da Recanati, abbiamo preso la benedizione mettendo la nostra “passione per la moto” sotto le ali protettrici della Madonna di Loreto.
Una piccola nota non è da tutti farci benedire dall’Arcivescovo di Loreto.
Dopo la benedizione, usciti da Loreto, tutti insieme scendiamo verso Porto Recanati.
Qui il Moto Club Uncini ha organizzato un bel rinfresco sul lungomare.
Che dire, con 10 € d’iscrizione ci hanno dato, una bottiglia di Verdicchio, un Ciauscolo (salame tipico della zona), la cena del sabato sera, la colazione della domenica e la possibilità di fare due rinfreschi. Veramente bravi.
Dopo il rinfresco io, Ornella, Clem e Patrizia, accompagnati dall’amico Maurizio (che gentilmente è stato a nostra disposizione tutti e due i giorni), partiamo per fare un giro sul Monte Conero.
Facciamo il lungomare fino a Numana.
Saliamo qualche km e arriviamo al bellissimo paesino di Sirolo.
Adagiato su un ripiano nel versante meridionale del Conero, Sirolo è uno dei borghi più belli della Riviera del Conero.
La vista spazia dai panorami mozzafiato a picco su un mare cristallino con una natura sorprendentemente verde e selvaggia e spiagge di rara bellezza.
Foto di rito, sosta caffè e ...
... rimontati in sella, saliamo sul monte.
Il Conero, alto 572 metri, è un promontorio dalle forme sinuose disegnate dai venti che soffiano dal mar Adriatico.
È costellato da decine di piccole spiagge immerse tra la roccia e la verdeggiante vegetazione.
La gran parte di queste sono raggiungibili solo via mare o sentieri immersi nella vegetazione mediterranea.
Scendendo dal monte ci godiamo panorami unici sulla costa verso Porto Recanati.
Abbiamo ancora tempo e la nostra guida Maurizio, ci propone di scendere dalla parte di Ancona con breve visita alla città.
Subito dopo il paesino di Poggio ci fermiamo su un bellissimo belvedere che spazia su un panorama unico sulla spiaggia di Mezzavalle.
Ripartiti, dopo aver percorso una decina di km, siamo in Piazza del Duomo ad Ancona.
Un po’ di foto.
Uno sguardo al panorama.
Poi riprendiamo le moto e ripartiamo per rientrare in albergo.
Ringraziamo e salutiamo l’amico Maurizio che per impegni familiari deve rientrare a casa.
Facciamo una doccia e in attesa della cena, decidiamo di fare quattro passi lungo la spiaggia.
Dove si va a cena a Porto Recanati? Sicuramente dall’amico Fabietto.
Primo “la Pentolaccia”.
Non buona, di più.
Secondo, “Brodetto di Porto Recanati”.
Che dire superlativo.
Vini, prima Verdicchio di Metallica e poi il Barolo dell’amico Clem.
Dolce, caffè, allegria e dopo il limoncello, per fortuna che l’amico Fabietto …
… ci ha accompagnato altrimenti sarebbe stata dura fare quei 800/900 metri che ci separavano dall’albergo.
Il primo maggio ci alziamo, facciamo colazione e decidiamo di rientrare con qualche ora di anticipo sperando di evitare il tempo in arrivo nel pomeriggio.
Da Porto Recanati partiamo in direzione della SS16 Adriatica.
La imbocchiamo nelle vicinanze di Loreto e proseguiamo in direzione nord per un’ottantina di km.
Arrivati a Fano, il traffico comincia a farsi caotico, così decidiamo di buttarci in autostrada.
Nelle vicinanze di Cesena salutiamo Clem e Patrizia che continuano per il Piemonte. Noi usciamo dall’autostrada e proseguiamo prima per la E45 fino a Ravenna, poi per la Romea fino a Mestre.
Non ci siamo fermati alla nostra solita piadineria nella zona di Pomposa perché sulla nostra sinistra il tempo si faceva sempre più nero.
Purtroppo i nostri amici piemontesi hanno preso pioggia da Reggio Emilia a casa, passando da una temperatura di venti gradi a otto gradi.
Noi fortunatamente niente pioggia e temperatura costante sui venti gradi.
Da Mestre dopo gli ultimi cento km per strada normale, verso le quindici siamo a casa.
Che dire di questo ponte del 1° maggio? Posti bellissimi, mangiare dal Fabietto non ha prezzo e quel che più conta passato tre giorni con una coppia di amici fantastici.